Ovvero l’Ossimòro, 2016
L’idea di questa scrittura non l’ho cercata lontano, mi è nata tra le mani con la semplicità di chi guarda osserva deduce. Nord/Sud – Est/Ovest – Destra/Sinistra. Se i poli di ciascuna coppia si avvicinassero fino a toccarsi noi ne rimarremmo schiacciati e ci faremmo male. Con Lui no. È un salvavita. Il conflitto che deriva dalle due opposizioni li tiene uniti e distanti. Nella dialettica permanente nessuno dei due soccombe, proseguono insieme come due amanti attratti e smarriti per conservare la vita della Natura e della Storia. L’idea non l’ho cercata lontano ma parte da lontano, dai primordi del pensiero filosofico greco quando si cominciava a pensare al rapporto tra le cose. Parte dai miei libri. Dai miei studi liceali e a proseguire. Parte da quello che ricordo e che ho dimenticato nel senso che non affiora sempre alla coscienza ma è dentro di me come qualcosa che preme, che spinge alla ricerca di ciò che è stato e vuole venir fuori per interloquire di nuovo. Con Eraclito certo, uno dei maggiori pensatori presocratici che di solito si ricorda con quel panta rei (tutto scorre) ma il cardine del suo pensiero è in quella Dialettica degli Opposti che Hegel definisce fondamentale del pensiero greco. La parte più originale del pensiero eracliteo è infatti la Dottrina dell’unità dei contrari che è la legge segreta del mondo che, come quei due amanti legati da una forte passione ma geneticamente incompatibili, lottano fra loro ma non possono separarsi. In questo risiede la legge universale della Natura. Al pensiero di Eraclito – l’essere è e non è – si oppone il pensiero parmenideo – l’essere è, il non essere non è. Mi piace scomodare Hegel, tra l’altro mi sostiene l’impalcatura, che dall’alto della caratura del suo pensiero confortato da secoli di riflessione filosofica, dirà “il motore della storia è proprio il non essere” e che l’essere non potrebbe svilupparsi se non ci fosse la contraddizione. Una forza di gravitazione universale che impedisce il precipitare del tutto. Lui coniuga la nostra vita politico-economica-religiosa-artistica-sociale anche se non sempre ce ne accorgiamo. Ma c’è e assolve ad una funzione genitoriale. Del quale Ossimòro non abbiamo più bisogno di chiederci chi è.