Uno più uno più, 2021

Parole scontate. Sono state scritte su fogli sparsi difficili da recuperare – tanto che alcuni si sono occultati per non farsi riconoscere. Non nascono da un’unica matrice per dirigersi verso un obiettivo mirato – ma hanno un comune denominatore. Un marchio di fabbrica martellante – fibrillante – icastico.
Di solito è un’operazione post mortem che sicuramente non giova al morto, perciò le ho volute pubblicare io stessa così forse potrò vedere come andrà a finire.
Sono tante. Una dopo l’altra. Una sopra l’altra nello scorrere del tempo del mio assoluto presente pur nella drammatica fluttuazione del pensiero per i ritorni, i dubbi, le cancellature, le sospensioni. Per come avrei potuto fare meglio e non ho fatto. Ho da tempo smantellato miti e dei. Il mio altare è vuoto e se proprio necessita di un simulacro preferisco il mio.

Madre sempre
Mi aspettavi ad ogni esame in quel letto grande
ed io ti raccontavo
ti raccontavo
la luce precipitava per accendersi
domani
quando ormai le cose si abbracciavano
al tuo pensiero.
Con l’alfabeto greco arrivavi fino a delta
ma eri lì a proteggere il mio futuro.
Io ti raccontavo
ti raccontavo.
In questa età che non mi concede
molti traguardi
ti racconterei ancora in quel letto
dove mi hai partorito
e riusciresti a colmare questa assenza
di te.

Vicoli al vento
Se i vicoli non sono segnati dai passi riconosciuti
che vicoli sono
dove la tramontana corre sfacciata come punta di chiodo
sul calendario di un dicembre troppo pieno?
Gli eventi incalzano e si sovrappongono
pure alle nuvole che trasbordano come un cono
di panna montata a neve.
Che passanti sono se non li riconosci dal cappotto
magari quello dell’anno prima
e se i lembi delle case non si toccano?
E che case se non si riconoscono a vista
senza numero civico?
Devi sapere che lì c’è Maria.

Le nozze di Barbara e Luca
Come vorrei starci, dicevi
per tua nipote Viola
come avresti voluto starci
in questo futuro negato.
Come vorremmo che tu ci fossi
qui, ora.
“Barbara e Luca oggi sposi”
è la formula di rito.
Come vorremmo che tu ci stessi
in questa platea di presente
dove si consacra
la legge di antica civiltà
“Dal dì che nozze e tribunali ed are
Dier alle umane belve esser pietose
Di sè stesse e d’altrui (…)”
e la forza dell’amore
al di sopra del tempo.